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In tutti gli impianti termici, la qualità dell’acqua è direttamente responsabile di fenomeni come la corrosione e le incrostazioni che coinvolgono tutti i componenti degli impianti termici dal generatore che è una caldaia o un chiller, alle valvole di regolazione e manovra, agli elementi terminali dell’impianto come piastre o pannelli radianti, radiatori, ventilconvettori e tubazioni che incrostate possono ridurre i propri diametri utili con conseguenti cali di portata di acqua.

Acqua incrostante Il calcare costituisce uno dei maggiori problemi per un circuito idraulico, in termini di gestione e costi. Le incrostazioni che si depositano sulle pareti delle tubazioni e delle resistenze creano, nel tempo, perdite di carico anche molto elevato, e le incrostazioni sulle apparecchiature ne riducono l'efficienza e l’affidabilità. In presenza di acqua calda inoltre il calcare, con il suo alto grado di refrattarietà (isolamento termico), è causa di notevoli sprechi di energia termica e di inefficienza degli impianti. (Sì può affermare che uno strato di 1 millimetro di depositi calcarei comportano un aumento indicativo del 10-15% delle calorie necessarie per raggiungere una temperatura rispetto ad una superficie pulita). La durezza dell’acqua ha un ruolo fondamentale nei fenomeni di incrostazioni e corrosioni ed oltre agli impianti termici e sanitari può creare seri problemi anche agli elettrodomestici come lavatrici e lavastoviglie, deteriorare il gusto dell’acqua ed alterarne le capacità di lavaggio macchiando biancheria e stoviglie

Acqua aggressiva L'aggressività di un'acqua definisce la propensione di questa ad attaccare e solubilizzare alcuni minerali contenuti in rocce, terreni o materiali edili. Particolarmente importante è a questo proposito l'azione dell'anidride carbonica (CO2) disciolta nell'acqua. L’ acido carbonico produce una modificazione del valore del pH esercitando in tal modo un'azione solubilizzatrice su alcuni minerali, in particolare i carbonati di calcio e magnesio, praticamente insolubili in acqua pura. Per tutti gli impianti termici e sanitari andrebbe pertanto verificato periodicamente il valore del pH ed eventualmente ristabilito con trattamenti specifici.


Per la previsione del potere incrostante o aggressivo di un’acqua si ricorre al pH di saturazione, pHS, definito come il pH di equilibrio, a cui non si ha né dissoluzione né precipitazione di carbonato di calcio (Langelier, 1936):
pHS = logKS + logK’2 – log(Ca) – log(HCO3)

dove:
Ca è la concentrazione di ioni calcio, in moli per litro;
HCO3 è la concentrazione di bicarbonati in moli per litro;

e indicando con “p” il logaritmo cambiato di segno:

pHS = (pK’2 – pKS) + pCa + pHCO3

Entrambe le costanti dipendono dalla temperatura e dalla salinità della soluzione. Il termine (pK’2 – pKS) diminuisce con la temperatura (vale ad esempio: 2,48 a 0 °C; 2,04 a 20 °C; 1,96 a 25 °C; 1,54 a 50 °C) e aumenta all’aumentare della salinità (a 25 ° vale ad esempio: 2,13 in soluzione di salinità 100 ppm; 2,35 con 500 ppm).