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             Acque Irrigue

L’era dell’acqua abbondante ed a buon mercato ormai volge al termine, ma ci vorrà ancora del tempo prima che il mondo muoia di sete. Allora bisognerà trovare una soluzione ai problemi idrici e capire come e quante sofferenze possiamo risparmiarci prima che l’evento terribile si verifichi. L’acqua è essenziale per l’attuazione di uno sviluppo sostenibile. Alla base di tutto c’è la necessità di implementare la cultura dell’acqua, perché se è vero che essa è una risorsa rinnovabile è necessario capire come e perché questa rinnovabilità diventa sempre più difficile. Le cause sono da ricercare nei consumi sconsiderati, nell’inquinamento crescente, nella diminuzione della piovosità e nella crescente irregolarità, nelle pessime politiche di gestione ambientale e nelle eccessive pratiche di emungimento delle falde che la pioggia e le nevi non riescono più a ricaricare, ecc…

Una corretta valutazione della risorsa idrica può farsi attraverso lo studio del bacino idrogeologico perché è in esso che si compie il processo di trasformazione afflussi-deflussi. Le disponibilità idriche però non sono compiutamente definite se non si definisce prima quantitativamente la caratteristica della rinnovabilità , la quale dipende dalla grande variabilità delle precipitazioni che sempre presentano il carattere dell’aleatorietà. Pertanto, il livello di disponibilità non può essere previsto in neanche termini probabilistici: l’acqua che arriva sulla superficie terrestre attraverso le precipitazioni (piogge e nevi) durante la stagione calda ritorna all’atmosfera attraverso l’evaporazione (del suolo e degli specchi liquidi) ed attraverso la traspirazione delle piante; il fenomeno è conosciuto come evapotraspirazione. Al ritorno della stagione piovosa essa ricade al suolo, ma non è detto che tutta la quantità di acqua evapotraspirata ricada nella stessa area dalla quale è stata persa durante la stagione calda. Può verificarsi una annata molto piovosa talché il suolo riceva molta più acqua di quanta ne aveva persa come al contrario possono verificarsi una o più annate consecutive siccitose cioè l’apporto d’acqua può risultare molto inferiore alla perdita. Questa aleatorietà vale sia a livello regionale che continentale ed è destinata ad aumentare, visto che nell’ultimo secolo, con l’avvento dell’era industriale e l’aumento dell’emissione di CO2 nell’atmosfera si è verificato un aumento medio mondiale della temperatura di 0,74 °C. Può sembrare un aumento di poco conto ma il progressivo restringimento in atto dei ghiacciai condurrà ad una catastrofe ecologica.
La grande sfida che dovranno affrontare le generazioni future sarà quella di soddisfare i sempre crescenti fabbisogni di acqua per usi civili, agricoli, industriali e ricreativi. Tutte le attività umane hanno bisogno di acqua, essa è per l’uomo, per gli animale, per le piante l’elemento di prima necessità Già nel 1968 il Consiglio d’Europa ha promulgato la Carta Europea dell’Acqua che contiene una enunciazione dei principi fondamentali per la conservazione qunti-qualitativa delle risorse idriche. La qualità dell’acqua va considerata in funzione degli usi:

        • ACQUE PER USO POTABILE;
        • ACQUE IDONEE ALLA VITA ACQUATICA;
        • ACQUE PER USO AGRICOLO;
        • ACQUE PER USO INDUSTRIALE;
        • ACQUE PER USO RICREATIVO ED ESTETICO.
 
Allo stesso tempo però la qualità va rapportata alla provenienza:

 acque di scorrimento superficiale (fiumi e laghi artificiali);
 acque di falda;
 acque di sorgente naturale;
 acque di drenaggio (acque già usate);
 acque di lago naturale;
 acque reflue (non depurate e depurate).

Essendo diversi gli usi e diversa la provenienza saranno differenti anche le caratteristiche chimico-fisiche dell’acqua e pertanto i parametri da analizzare e conoscere per definirne l’idoneità all’impiego specifico.

L’altro aspetto importante da tenere in considerazione è la tutela e la salvaguardia della risorsa. Dando per scontato che tutelare una risorsa non significa non consumarla (in tal caso non sarebbe più una risorsa) ma farne un uso corretto senza alterarne le caratteristiche iniziali (in maniera che essa continui ad essere una risorsa) o, nel caso estremo, evitare che essa venga degradata al punto da non potere più essere considerata vitale.
La legge stabilisce che chi usa le acque deve restituirle depurate. Per questo ci è necessario conoscerne le caratteristiche prima e dopo l’uso. Il problema acqua è il più serio fra quelli ambientali con cui è alle prese il nostro pianeta. L’acqua dolce disponibile è molto poca rispetto a quanta ne sarebbe necessaria. Vero è che il 71 % della superficie terrestre è coperta di acqua ma il 97,5 % di essa è salata pertanto il volume d’acqua dolce disponibile, corrispondente al 2,5 % del totale, è di soli 35 milioni di km3. Di queste risorse di acqua dolce il 68,9 % (24 milioni di km3 ) è sottoforma di ghiaccio o di neve permanente (permafrost) in regioni di montagna, nell’antartico e nell’artico. Il 30 % (8 milioni di km3) è situato sotto terra. Il totale dell’acqua dolce disponibile per gli ecosistemi e per gli uomini è di 200.000 di km3 , che rappresenta l’1% di tutte le risorse d’acqua dolce e solo lo 0,01 % di tutta l’acqua della terra. Fra il 60 ed il 70 % dell’acqua dolce disponibile viene consumata dall’agricoltura, che ne richiede sempre di più per far fronte al fabbisogno di derrate alimentari per nutrire il mondo sottoalimentato ciò ha portato ad utilizzare per l’irrigazione acque sempre meno buone per l’eccesso di salinità creando fenomeni gravi di salinizzazione dei suoli con conseguente desertificazione, specialmente nelle zone più povere e aride del pianeta. Infatti è stato calcolato di recente che nel mondo si perdono per fenomeni di desertificazione 3 ettari di superficie agraria al minuto. L'acqua usata in agricoltura proviene da fonti naturali o alternative.
Le fonti naturali includono l'acqua piovana e l'acqua superficiale (laghi e fiumi). Tali risorse devono essere usate in modo sostenibile.
Le risorse idriche piovane dipendono dalle condizioni atmosferiche della zona. Le acqua superficiali di fiumi e corsi d'acqua, se non inquinate da scarichi industriali, sono generalmente adatte all'irrigazione da un punto di vista chimico. Le acque di pozzo provenienti da falde superficiali sono anch'esse di norma utilizzabili ma possono talvolta risultare eccessivamente dure. Le acque poi che contengono più dell'1% di sostanze minerali o che contengono solfuro o solfato dì ferro non sono utilizzabili per l'irrigazione. Le acque potabili molto spesso non vanno bene per il cloro che contengono e che danneggia le piante. Lo stesso vale per le acque "raddolcite" con sodio perché è un elemento che, a lungo andare, intossica le piante
Le fonti alternative dell'acqua di irrigazione consistono nella riutilizzazione dell'acqua reflua comunale e dell'acqua di drenaggio. Tuttavia l'uso di acqua riciclata per l'irrigazione può avere alcuni effetti nocivi sulla salute pubblica e sull'ambiente. Ciò dipende dall'applicazione dell'acqua riciclata, dalle caratteristiche del terreno, dalle condizioni climatiche e dalle pratiche agronomiche in uso. Di conseguenza è importante che tutti questi fattori vengano considerati nell'amministrazione dell'acqua riciclata. La qualità dell'acqua di irrigazione è un parametro fondamentale per il rendimento delle coltivazioni, la produttività del suolo e la protezione dell'ambiente. Ad esempio le proprietà fisiche e meccaniche del suolo come la struttura (stabilità degli aggregati) e la permeabilità sono molto sensibili al tipo di ioni scambiabili presenti nell'acqua di irrigazione. Per quanto riguarda gli aspetti normativi, in assenza di specifici limiti definiti dalle singole regioni occorre fare riferimento all’allegato 5 della delibera del comitato interministeriale per la tutela delle acque dall’inquinamento del 4 febbraio 1977 (CITAI) ove sono definite le Norme tecniche generali per la regolamentazione dello smaltimento dei liquami sul suolo. Secondo questa delibera, lo smaltimento è ammesso solamente se le acque superficiali, il suolo e la vegetazione non subiscono danno o degrado e se non si producono inconvenienti ambientali e rischi per la salute pubblica.